Itinerario degli oratori
Il “giocoliere dei Becchi” matura la sua vocazione pastorale
Il “giocoliere dei Becchi” matura la sua vocazione pastorale
È il percorso che don Bosco compie a Torino dalla conclusione della sua formazione al Convitto Ecclesiastico fino all’arrivo a Valdocco – Casa Pinardi. Per i ragazzi di don Bosco e per il santo dei giovani “non c’è posto” e quindi sono sempre alla ricerca di una casa o di un prato dove fermarsi. Non è solo un viaggio esteriore ma soprattutto interiore in cui il “giocoliere dei Becchi” matura la sua vocazione pastorale.
La visita prende le mosse da Valdocco. Dopo una breve introduzione su d Boasco e sulla situazione della Torino del primo ottocento, si parte. Attraversato C.so Regina Margherita sulla sinistra si incontra il “Rondò della forca”, tristemente famoso perché era il luogo dove i condannati a morte venivano impiccati. Situato all’entrata della città, diventava un avviso per chi entrava. Ci ricorda la situazione sociale molto complessa di quegli anni, il fenomeno della delinquenza, la durezza della reazione delle istituzioni ma anche la presenza misericordiosa della Chiesa attraverso la figura del Cafasso, il santo delle
carceri. Proseguendo per C.so Valdocco, svoltando a sinistra ci si trova in via Giulio. A destra troviamo l’ex manicomio, dove si voleva internare don Bosco e a sinistra l’ex ospedale S Luigi. Ai tempi di don Bosco tutti questi edifici erano alla periferia dalla città di Torino. Proseguendo si trova il Santuario della Consolata e poi, dirigendosi verso via SanDomenico, a destra si trova il Palazzo della Marchesa Barolo e a sinistra le ex carceri.
Transitando per via Garibaldi si prosegue verso il centro e si gira a destra su Via S. Francesco di Assisi. Dopo poche centinaia di metri ci si trova nella Chiesa di S Francesco di Assisi. Lì inizia il vero percorso degli oratori. Annessa a questa chiesa c’era il Convitto ecclesiastico luogo dove don Bosco visse tre anni di formazione dal 1841 al 1844. Da lì si spostò al Rifugio della Barolo (si deve ritornare verso Valdocco). Per poi passare in S. Pietro in Vincoli, S Martino ai Molassi, casa Moretta e prato Filippi. Lungo il percorso si trova la Casa della Divina provvidenza del Cottolengo. Può essere un luogo dove parlare della santità torinese di quegli anni, soprattutto del Cottolengo.
Rondò della Forca
Palazzo Barolo.
San Francesco d’ Assisi.
Le prigioni
Rifugio – Ospedaletto S. Filomena.
San Pietro in Vincoli:
Molassi:
Casa Moretta:
Prato Filippi.